mercoledì 25 settembre 2013

Per le ali ci stiamo attrezzando

Ne parlo adesso prima di pentirmene per sempre. Perché chi mi conosce lo sa bene che queste cose assolutamente non sono da me, anzi sono l'esatto opposto della me pubblicamente nota. Sono l'esatto opposto anche della me non nota, e della me potenzialmente nota. Ho motivo di pensare che siano anche l'esatto opposto della me appartenente ad un Universo parallelo dove la mia me è l'opposto della me di questo Universo.
Insomma, ballare la danza del ventre decisamente non è da me. Ma oggi, dopo una stancantissima lezione con quell'istruttore cicciottino, quello che tu lo guardi e pensi che, con un fisico così, sicuramente ti aspetta una lezione da principianti che puoi fare pure in gonna e tacchi tanto nemmeno suderai, ma che in realtà si rivela un'ora di tentato omicidio da parte dell'istruttore verso i circa 20 allievi, dicevo oggi, dopo questa passeggiata di salute insieme all'allega combriccola dei miei compagni di sventura, decido di provare la lezione di Danza Orientale. Devo ammettere che avevo subito preso sotto gamba la faccenda, mi dicevo che tanto è una prova, che non è importante fare tutto bene, tanto mica ero lì per dimagrire, tanto ero lì solo per curiosità. Al mio "ciao, vorrei fare la lezione di prova oggi, se è possibile" l'istruttrice ballerina ha risposto con un "devi toglierti le scarpe".
Ora, già l'idea di stare scalza in un luogo pubblico non mi piace tanto. E' come quando sogni di andare a scuola ma in macchina ti accorgi di avere dimenticato le pantofole ai piedi: non è naturale. Ci solo lezioni come la danza del ventre, il pilates, lo yoga, l'acqua gym dove l'istruttore ti deve sempre obbligare a stare scalzo, che tu, la prima cosa che pensi è quali calzini indossi e se sono apposto. E' così. Anche se non indossi calzini. Io non indosso mai calzini bucati però, nell'incertezza, mi preoccupo sempre quando devo metterli in mostra, metti che si bucano un attimo prima di toglierti le scarpe. Non sai mai quando un calzino deciderà di bucarsi, come quella storia dei quadri. Il quadro resta lì per anni appeso allo stesso chiodo e un giorno, all'improvviso, decide di cadere. A volte capita in bagno: sei lì che fai le tue cose, anche semplicemente pettinarti i capelli (malpensanti!) ed improvvisamente l'accappatoio decide di lasciarsi cadere dall'appendino. Una mia amica sostiene che siano manifestazioni della presenza dello spirito di suo nonno. Ognuno.
Una volta mi è capitato di uscire per comprare delle scarpe da tennis e di indossare, quindi, dei bei calzini, data la bella mostra che avrei dovuto farne in giro per i negozi. Caso volle che le suddette calze si bucarono dopo essere uscita da casa, giuro, mentre passeggiavo per le strade. Nel dubbio vi consiglio, quindi, di portarvi sempre dietro un altro paio di calzini se dovete comprare delle scarpe, non si sa mai. Tagliatevi anche le unghia, oppure, se volete provare ad entrare nel Guinness World Record come la persona con le unghia dei piedi più lunghe, non stupitevi se vi si bucheranno i calzini!
Insomma, mi tolgo le scarpe e mi osservo intorno, notando che tutte le altre ragazze indossano quello strano gonnellino pieno di sonaglini tipico delle danzatrici orientali. Tutte indossano anche delle scarpine dorante in pan-dant con il gonnellino. Io "bisogna usare obbligatoriamente quella cosa?" indicando la gonnella all'istruttrice. Lei, che a quel punto avrà perso ogni speranza formativa nei miei confronti, mi presta una sua fusciacca blu piena di medagliette sonanti e me la lega intorno alla vita. Già così facevo pena.
Senza nemmeno iniziare.
Le altre con pantajazz e ciabattine dorate, gonnelle con sonaglini e micro top colorati. Io leggings corti e macro T-Shirt con scollatura a barca da ginnasta navigata stretta in vita da una fusciacca blu elettrico. Iniziamo.
Sono sicura che la mia incapacità nell'ancheggiamento sia dovuta al fatto che l'istruttrice avesse la gonna, e quindi io non riuscivo a seguire bene i movimenti delle sue gambe. Probabilmente, se lei avesse avuto dei pantaloncini adesso saprei ancheggiare alla perfezione.
Oppure sono semplicemente negata.
Inoltre, devo ammetterlo a difesa della categoria, questa danza è veramente faticosa. Una delle allieve, prima di cominciare, mi aveva consigliato di stare attenta durante i movimenti di danza, infatti lei alla lezione precedente si era praticamente quasi slogata un braccio. Io ovviamente non le avevo creduto, come ci si può slogare un braccio mentre si ancheggia?
... Non solo devo dire che si può, devo anche ammettere che pure le mie braccia hanno rischiato seriamente delle slogature durante l'utilizzo del velo.
Ebbene sì, a metà lezione l'istruttrice ha interrotto musica e istruzioni per dare nuovi ordini, come quando durante la lezione di cardio-fitness l'istruttore dice a tutti di prendere i pesetti, o gli elastici o chessò le fit-ball, per passare ad un'altra fase dell'allenamento.
Questa volta l'istruttrice ha detto "prendete i veli" e io non avevo ben capito se dirigermi verso i pesetti, verso le fit-ball o verso il tappetino. Ho seriamente pensato che la fase iniziale fosse finita e adesso si passasse al tappetino per gli addominali, come ogni buona lezione di fitness.
Tutte prendono i loro veli dalle loro borsette e a me tocca quello giallo dell'istruttrice. Quindi io, legging neri fusciacca blu elettrico velo giallo e calzini a righe verdi rossi e gialli, comincio a sventolare il velo secondo le indicazioni dell'istruttrice ballerina. La cosa importante dello sventolare il velo è tenere sempre il piede sinistro leggermente avanti e muovere il velo in tondo e non come faresti con un mantello rosso di fronte ad un toro. Più come un prestigiatore che fa sparire un mazzo di carte e fa spuntare una colomba, direi.
Lo sventolamento, devo ammettere, mi riesce molto bene, mi sento molto portata per lo sventolamento di veli gialli.
Alla prossima lezione l'istruttrice ha detto che useremo le ali. Non ho il coraggio di cercare in internet cosa siano.


Nessun commento:

Posta un commento